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Poesie da Fiori estinti

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Autunno

 

È da un po’ che le foglie sono incerte,
che il cielo non sprofonda
nelle loro vene scure, dove il sangue
aggrovigliato gira e cade.

Stamattina un passero di ronda
annunciava la catastrofe cantando.

 

*

La stanza

 

Si ammala la parola, le mie
vertebre si curvano in silenzio.
Non piove che acqua sporca,
e questa stanza è troppo bianca:


morirò nel singhiozzo delle allodole.

 

*

 

Vigilia d’inverno

 

Ho offerto i miei voti all’inverno,
alla rosa sbaragliata da una neve
che non cade, non vacilla, ma soltanto
che attendiamo e ci rinnega.

 

Da domani i bambini torneranno
a inventare nuove storie e nuovi fiori.

 

*

 

Un salmo usurato

 

Comando che il tuo cuore tossisca
timido, tra le mani degli angeli.
Poiché non fui che un salmo usurato;
il profeta dei morti e il fanciullo
che invoca perdono dai fiori,

 

chiedo in questa veglia la parola
che ci salvi dall’inverno e faccia casa.


*

 

Vorrei guardare il cielo


Vorrei guardare il cielo, ma le stelle
mi aprono il sangue e disturbano
i versi in bocca ai morti:

stanotte mia madre non partecipa
al pane che si spezza, non consente
né risate né preghiere, capovolge
tutti i nomi e li scavalca;

stanotte mio padre non ricorda
quante volte ha indovinato, quante volte
la parola gli ha mozzato la parola.

Stanotte prendo l’ago e cucio
i miei occhi agli occhi di mia madre, prendo
un piccolo coltello e svuoto
le mie ossa nelle ossa di mio padre.

Vorrei guardare il cielo, ma le stelle
le ho tra i denti e fanno male.

 

*

da Fiori estinti (Terra d'ulivi, 2019)

 

 Arcangelo Galante - 25/11/2020 11:43:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Molto gradita, questa rassegna di poesie che fanno degna compagnia alle altre, presenti nel libro battezzato “Fiori estinti”, pubblicato dalla casa editrice “Terra d’ulivi”.
Sequenza perfetta di un tripudio di emozioni variopinte, facenti parte di un palpito cartaceo, che passa per il sussulto reale, nell’umano tentativo di spiegarsi il perché esse siano create dall’immaginazione, e poi, nel momento in cui l’anima del poeta si risponde, lasciano trasparire la motivazione introspettiva della loro nascita.
Domando venia per avere sintetizzato, nell’insieme, le impressioni scaturite dal mio visionarle.
Le ho volentieri rilette per constatarne l’intrinseco valore lirico.
Composizioni tutte meravigliosamente ben scritte e belle, atte a rivelare il pathos di un poeta con la “P” maiuscola.
Applausi meritati e sinceri complimenti!

 Laura Turra - 25/11/2020 10:40:00 [ leggi altri commenti di Laura Turra » ]

Tutte molto apprezzate. Non sono un’esperta, ma trovo davvero interessante nella tua scrittura questa commistione tra il mondo interiore e quello esteriore. Una caratteristica: i distici che chiudono spesso le tue poesie e che ne racchiudono in qualche modo il senso. Grazie.

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